Il Comitato Unitario per la difesa della Scuola
Pubblica del Tigullio è uno dei tantissimi comitati sorti spontaneamente in tutta Italia ad ottobre del 2008, come
reazione al violento attacco che il ministro Gelmini e il Governo Berlusconi hanno portato alla scuola pubblica italiana.
Un attacco orchestrato da campagne di stampa e televisive mirate, senza alcuna possibilità di contradditorio, né a livello
sindacale, né a livello parlamentare, ma attuato a colpi di decreti e voti di fiducia.
All'opinione pubblica si è data in pasto un'immagine parziale e
distorta della realtà scolastica. Prima si è preso spunto da singoli fatti isolati per dipingere la scuola come una specie
di girone dantesco dove gli studenti si picchiano e sfasciano tutto mentre i professori osservano inerti o si fanno le canne,
poi si è descritto il Decreto Gelmini come un ritorno ai sani valori di una volta che avrebbe rimesso le cose a posto: maestrina
unica, grembiulini e bocciatura con 5 in condotta.
La realtà è ben diversa e chi vive il mondo della scuola giorno
per giorno lo sa bene. La realtà è che questa riforma ha un unico scopo: quello di risparmiare 8 miliardi di euro sulle spalle
di lavoratori e famiglie, e il suo contenuto è ben chiaro: 200.000 esuberi fra il personale in tre anni ( e lasciamo immaginare
l'impato sul sistema economico in generale di una simile catastrofe "argentina"), chiusura di scuole "sottodimensionate",
aumento del numero di alunni per classe, riduzione delle ore di insegnamento in tutte le materie, riduzione delle ore di laboratorio.
E' per dire di no a tutto questo che un gruppo
di insegnanti appartenenti alle sigle sindacali più diverse (dalla CGIL allo Snals, dalla Gilda ai COBAS, alla CISL e alla
UIL) hanno deciso di dare vita ad un Comitato Unitairo e permanente che possa consentire ai lavoratori della sucola, ai genitori
ed agli studenti, un luogo di discussione ed un'occasione di incontri, di scambio di informazione, ma anche di proiezione
verso l'esterno per far comprendere meglio la realtà della scuola, nonché, se sar il caso, un luogo di elaborazione di
forme di lotta.